LA SACRA BIBBIA - ANTICO TESTAMENTO - NEEMIA

INTRODUZIONE AL LIBRO DI NEEMIA

Caratteristiche principali
Il libro di Neemia è la continuazione di quello di Esdra. Ha un carattere particolare, perché ha la forma di una raccolta di ricordi e di un diario dello stesso Neemia.
Egli era un laico, funzionario alla corte di Artaserse, re di Persia. Ottenne il permesso di recarsi a Gerusalemme con lo scopo di ricostruire le difese della città e di riorganizzare la vita civile e religiosa. Appena giunto a Gerusalemme, Neemia ispezionò di notte le mura e si rese conto dell'urgenza di ripararle (capitoli 1-2).
Neemia trovò grande collaborazione, ma dovette anche affrontare l'opposizione delle popolazioni non ebraiche e le difficoltà soprattutto economiche degli Ebrei (capitoli 3-7).
Al centro del libro, nei capitoli 8-10, Esdra appare accanto a Neemia nel corso di una solenne lettura pubblica della legge, alla quale segue una lunga preghiera di penitenza e il solenne impegno da parte del popolo di essere fedele all'osservanza della legge.
Dopo alcuni elenchi che danno il quadro della popolazione ebraica di Gerusalemme e dintorni (capitoli 11-12, 26), riprende il racconto di Neemia che parla della solenne inaugurazione delle mura ricostruite e di alcune norme da lui stabilite che riguardano particolarmente il rispetto del sabato (capitoli 12-13).

Autore e ambiente storico
Neemia è un personaggio interessante per il suo coraggio, la lucidità delle decisioni e la grande onestà. Attorno a lui si muove un popolo angustiato da molte difficoltà, che però è pieno di speranza e desideroso di rimanere unito e solidale. Neemia lo guida con abilità e discrezione, ma la sua forza più grande sta nella preghiera che egli, in ogni momento difficile, rivolge al Signore.

Schema
- Il ritorno di Neemia a Gerusalemme 1, 1-2, 20
- La ricostruzione delle mura 3, 1-7, 73
- Lettura pubblica della legge 8, 1-10, 39
- Le altre riforme di Neemia 11, 1-13, 31

IL RITORNO DI NEEMIA A GERUSALEMME

CAPITOLO 1
1 Queste sono le memorie di Neemia figlio di Acalia.

NEEMIA RICEVE NOTIZIE DA GERUSALEMME

Era l'anno ventesimo del regno di Artaserse e io mi trovavo nella cittadella di Susa. Nel mese di Casleu
2 arrivò dalla regione di Giuda uno dei miei connazionali, un certo Canani, insieme ad altre persone. Io domandai notizie del territorio di Giuda, della città di Gerusalemme e dei nostri che erano sfuggiti alla deportazione.
3 Mi risposero: «Sono in patria, nella provincia di Giuda, ma vivono in grande miseria e senza nessuna difesa: le mura di Gerusalemme sono diroccate e le porte della città sono distrutte dal fuoco».

LA PREGHIERA DI NEEMIA

4 Quando udii queste notizie, mi misi a piangere. Passai alcuni giorni in grande tristezza: non prendevo cibo e pregavo il Dio del Cielo.
5 Pregai così: «Signore Dio del Cielo, grande e terribile, tu mantieni fedelmente la tua alleanza con quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti.
6 Rivolgi il tuo sguardo verso di me, tuo servo, ascolta la mia preghiera. Giorno e notte io ti prego per noi Israeliti, tuoi servitori. E' vero! noi abbiamo peccato contro di te: anch'io e la mia famiglia siamo peccatori.
7 Abbiamo sempre agito male, non abbiamo osservato le leggi, i comandamenti e le prescrizioni che tu hai dato a Mosè, tuo servo.
8 «Tu hai detto a Mosè: "Se non mi sarete fedeli, vi disperderò tra genti straniere". Ma ricorda anche la promessa che gli hai fatto:
9 "Se ritornerete a me e metterete in pratica i miei comandamenti, anche se sarete dispersi nelle regioni più lontane, io vi radunerà e vi farò tornare là dove ho stabilito la mia presenza".
10 «Gli Israeliti sono il tuo popolo, i tuoi servi, quelli che tu hai salvato con grande potenza e con forza irresistibile.
11 O Signore, ascolta la mia preghiera e quella di tutti i tuoi servi. Noi vogliamo esserti fedeli. Fa' che riescano i miei piani, fa' che il re mi accolga benevolmente».

CAPITOLO 2

NEEMIA CHIEDE DI ANDARE A GERUSALEMME

A, quel tempo, io ero coppiere del re.
1 Un giorno del mese di Nisan nel ventesimo anno del regno di Artaserse, durante un banchetto, venne il momento di servirgli il vino. Mentre glielo versavo, il re si accorse che il mio volto non era sereno come al solito.
2 Perché sei triste? - mi domandò. - Non sembri malato; che cosa ti preoccupa? Con molto timore
3 risposi al re:
- Maestà, possa tu avere lunga vita! Come potrei non essere triste mentre la città dove sono sepolti i miei antenati è in rovina e le sue porte incendiate?
4 E il re:
- Hai qualche richiesta da farmi? Dentro di me rivolsi una preghiera al Dio del Cielo.
5 Poi risposi:
- Maestà, se ti pare giusto, se vuoi mostrarmi la tua bontà, mandami in Giudea per ricostruire la città dove sono sepolti i miei padri.
6 Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, aggiunse:
- Quanto tempo starai lontano? quando sarai di ritorno?
Io gli dissi una data e il re decise di lasciarmi partire.
7 Aggiunsi anche una richiesta:
- Maestà, se non hai niente in contrario, dammi i lasciapassare per i governatori della regione occidentale, perché mi permettano di arrivare in Giudea.
8 Mi servirebbe anche una lettera per Asaf, l'amministratore delle foreste reali. Mi dovrà fornire il legname per le porte della fortezza presso il tempio, per le porte delle mura della città e per farmi una casa. Il re mi concesse ogni cosa, perché la mano di Dio mi proteggeva.
9 Mi diede anche una scorta di cavalieri e di ufficiali dell'esercito. Mi misi in viaggio verso la regione occidentale e presentai ai governatori i lasciapassare del re.
10 Ma Sanballat il Coronita, e Tobia, un funzionario ammonita, furono molto contrariati perché arrivava qualcuno disposto ad occuparsi del bene degli Israeliti.

NEEMIA ISPEZIONA LE MURA DELLA CITTÀ

11 Arrivato a Gerusalemme, mi riposai tre giorni.
12 Non feci sapere a nessuno il progetto che il Signore mi aveva suggerito per la città. Mi alzai di notte con alcuni dei miei uomini. Salii sul mio asino e, senza altre cavalcature,
13 in piena notte uscii dalla porta della Valle. Mi diressi verso la fontana del Drago e la porta del Letame. Esaminai quel tratto di mura c'erano solo rovine e le porte erano distrutte dal fuoco.
14 Proseguii verso la porta della Sorgente e le vasche del Re, ma l'asino non poteva passare.
15 Allora, sempre di notte, risalii la valle del torrente Cedron e di li esaminai le mura. Poi tornai indietro e rientrai in città per la porta della Valle.
16 Nessuna delle autorità del posto sapeva dove ero andato o che cosa avevo fatto. Non avevo detto nulla neppure agli Israeliti. Sacerdoti, capi, funzionari e futuri responsabili dei lavori erano ancora all'oscuro di tutto.
17 Un giorno parlai loro così: «Vedete tutti in che miseria ci troviamo: la città è in rovina e le sue porte sono distrutte dal fuoco. Ricostruiamo le mura e liberiamoci da questa situazione umiliante!».
18 Raccontai come la mano di Dio mi aveva protetto e riferii le parole del re. Tutti gridarono: «Al lavoro! ricostruiamo la città!». E si misero all'opera con impegno.
19 Intanto Sanballat il Coronita, Tobia, il funzionario ammonita, e un arabo di nome Ghesem, appena seppero della nostra decisione, si misero a prenderci in giro e a provocarci: «Che cosa pensate di fare? Volete mettervi contro il re?».
20 Io gli mandai a dire: «Voi non avete niente a che fare con Gerusalemme; nessun diritto, nessuna proprietà, nessun ricordo. Noi ci mettiamo a ricostruire perché siamo sicuri che il Dio del Cielo ci aiuterà fino alla fine. Siamo i suoi servi».

LA RICOSTRUZIONE DELLE MURA

CAPITOLO 3
OGNUNO RICOSTRUISCE UNA PARTE DELLE MURA
1 Il sommo sacerdote Eliasib e i suoi colleghi ricostruirono la porta delle Pecore, la consacrarono e ne fissarono i battenti. Ripararono e consacrarono le mura fino alla torre dei Cento e a quella di Cananeel.
2 Più avanti lavorarono alcuni uomini della città di Gerico e, dopo di loro, Zaccur figlio di Imri.
3 La porta dei Pesci fu rifatta dai discendenti di Senaa. Essi fecero l'intelaiatura, montarono i battenti, le serrature e i catenacci.
4 Nei quattro tratti successivi le riparazioni delle mure furono fatte da Meremot figlio di Uria, nipote di Akkoz; da Mesullam figlio di Berechia, nipote di Mezezabeel; da Zadok figlio di Baana,
5 e dagli uomini del villaggio di Tekoa, esclusi i più importanti che si rifiutarono di piegare la schiena agli ordini dei sovrintendenti ai lavori.
6 La porta Vecchia fu ricostruita da Ioiada figlio di Paseach e da Mesullam figlio di Besodia. Essi fecero l'intelaiatura, montarono i battenti, le serrature e i catenacci.
7 I tratti successivi delle mura furono riparati da Melatia da Gabaon, ladon da Meronot e dagli uomini venuti da Gabaon e da Mizpa. Essi arrivarono fino all'altezza della sede del governatore della regione occidentale.
8 Uzziel figlio di Caraia, uno degli orefici, e Anania, uno dei profumieri, lavorarono a Gerusalemme fin quando giunsero all'altezza del muro largo.
9 Nei tratti successivi lavorarono: Refaia figlio di Cur, capo di mezzo distretto di Gerusalemme;
10 Iedaia figlio di Carumaf, che lavorava proprio di fronte a casa sua; Cattus figlio di Casabnia;
11 Malchia figlio di Carim con Cassub figlio di Pacat-Moab, i quali restaurarono anche la torre del Forno,
12 e Sallum figlio di Alloches, capo dell'altra metà del distretto di Gerusalemme, aiutato dalle sue figlie.
13 La porta della Valle fu ricostruita da Canun e dagli abitanti di Zanoach. Essi fecero l'intelaiatura, montarono i battenti, le serrature e i catenacci. Ripararono anche circa cinquecento metri di mura fino alla porta del Letame.
14 La porta del Letame fu ricostruita da Malchia figlio di Recab, capo del distretto di Bet-Cherem. Egli fece l'intelaiatura, montò i battenti, le serrature e i catenacci.
15 La porta della Sorgente fu ricostruita da Sallum figlio di Col-Coze, capo del distretto di Mizpa. Egli fece l'intelaiatura, la ricoprì con un tetto e montò i battenti, le serrature e i catenacci. Poi riparò il muro alla piscina di Siloe, vicino al giardino del re, fino all'altezza della scalinata che porta alla Città di Davide.
16 Il tratto successivo fu riparato da Neemia figlio di Azbuk, capo di metà del distretto di Bet-Zur. Egli arrivò al tratto di fronte alle tombe di Davide, fino allo stagno artificiale e alla caserma delle guardie.
17 Nei tratti seguenti i lavori furono fatti dai leviti: Recum figlio di Bani; Casabia, capo di una metà del distretto di Keila, per conto del suo distretto;
18 Binnui figlio di Chenadad, capo dell'altra metà del distretto di Keila con altri eviti;
19 Ezer, figlio di Giosuè, capo del distretto di Mizpa, che lavorò dal tratto vicino alla salita del deposito di armi fino all'Angolo;
20 Baruch figlio di Zaccai, impegnato nel tratto dall'Angolo all'ingresso della casa del sommo sacerdote Eliasib;
21 Meremot, figlio di Uria e nipote di Akkoz, che lavorò di lì fino al termine delle proprietà di Eliasib.
22 Nei tratti seguenti i lavori furono fatti dai sacerdoti abitanti nei dintorni:
23 Beniamino e Cassub lavorarono di fronte alla loro casa; Azaria figlio di Maaseia e nipote di Anania lavorò anch'egli vicino a casa sua;
24 Binnui figlio di Chenadad fece il tratto dalla casa di Azaria fino alla svolta sull'angolo;
25 Palal figlio di Uzai lavorò dall'angolo fino alla torre che sporge dal palazzo reale, vicino al cortile della prigione. Pedaia figlio di Pareos e
26 gli addetti al tempio, che abitavano nel quartiere dell'Ofel, lavorarono nel tratto verso est, fin davanti alla porta delle Acque e alla torre sporgente.
27 Nel tratto seguente, dalla gran torre sporgente fino al muro dell'Ofel, lavorarono gli abitanti di Tekoa.
28 A cominciare dalla porta dei Cavalli, lavorarono alcuni sacerdoti, ognuno nel tratto di fronte a casa sua.
29 Più avanti, di fronte alla sua casa, lavorò Zadok figlio di Immer. Nei tratti seguenti lavorarono: Semaia figlio di Secania, custode della porta orientale;
30 Anania figli di Selemia con Canun, sesto figlio di Zalaf; infine Mesullam figlio di Berechia, di fronte alla sua abitazione.
31 L'orafo Malchia lavorò nel tratto fino alla casa degli inservienti del tempio, vicino alla porta della Guardia e fino all'Angolo che ha in alto una stanza.
32 Gli altri orafi e i mercanti fecero l'ultimo tratto fino alla porta delle Pecore.

NEEMIA RESISTE AGLI OPPOSITORI

33 Quando Sanballat venne a sapere che stavano ricostruendo le mura, si irritò moltissimo e cominciò a deriderci.
34 In presenza dei suoi amici e dei soldati di Samaria, diceva: «Che cosa vogliono fare questi miserabili? Pensano di arrivare alla fine? Pensano veramente di far tutto in un giorno e di concludere con la celebrazione di un sacrificio ? Credono di ridar vita a mucchi di macerie, ridotte in cenere dal fuoco?».
35 Anche Tobia l'Ammonita, che stava dalla sua parte, ci prendeva in giro: «Che bel muro stanno facendo! Basta che ci salti su una volpe e crolla tutto».
36 «O Dio nostro, - pregai, - guarda come ci deridono. Fa' che provino anche loro quel che ci fanno patire; provino disprezzo e insulto in terra d'esilio.
37 Essi offendono quelli che sono impegnati alla ricostruzione: tieni conto di questo loro peccato, non dimenticare questa loro colpa».
38 Tuttavia la ricostruzione andò avanti. Tutto il muro era arrivato a metà altezza e la gente lavorava con slancio.

CAPITOLO 4

NEEMIA ORGANIZZA LA DIFESA

1 Ad un certo punto Sanballat, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli abitanti della zona di Asdod si resero conto che la ricostruzione delle mura di Gerusalemme andava avanti bene e che le brecce venivano riparate. Allora si irritarono molto
2 e si misero d'accordo per venire ad assalire Gerusalemme e crearvi confusione.
3 Noi pregammo il Signore di aiutarci e stabilimmo turni di guardia di giorno e di notte per difenderci da quella gente.
4 Durante il lavoro gli Israeliti cantavano: «Le macerie sono tante, ma le braccia sono stanche; quando mai si arriverà a rifare la città?».
5 I nostri nemici, intanto, ci credevano all'oscuro del loro progetto e pensavano: «Piomberemo loro addosso all'improvviso, li massacreremo e metteremo fine ai lavori».
6 Almeno una decina di volte, i nostri connazionali che abitavano vicino ai nemici vennero a dirci: «Rifugiatevi presso di noi».
7 Allora incaricai i vari gruppi familiari di organizzarsi per la difesa con spade, lance e archi e di mettersi sotto le mura, dietro qualche riparo, là dove c'erano spazi indifesi.
8 Considerai la situazione, poi mi rivolsi alle autorità, ai capi e al popolo: «Non spaventatevi - dissi - per questi nemici. Non dimenticate che nessuno può resistere alla grandezza del Signore. Combattete per le vostre case, i vostri fratelli, le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie!».
9 I nostri nemici si resero conto che noi avevamo scoperto i loro piani. Così Dio mandò all'aria i loro progetti e noi potemmo tornare tutti ai nostri lavori sulle mura.
10 Ma, da quel momento, solo metà delle persone lavorava per la ricostruzione; l'altra metà faceva la guardia, protetta da corazze e armata di lance, di scudi e di archi. I capi sorvegliavano tutto il popolo.
11 Anche quelli che lavoravano sulle mura o trasportavano il materiale tenevano gli attrezzi per il lavoro in una mano, e un'arma nell'altra.
12 Mentre lavoravano, i muratori portavano una spada alla cintura e accanto a me c'era il trombettiere, pronto a dare l'allarme.
13 Alle autorità, ai capi e al popolo, io avevo dato queste istruzioni: «Il lavoro è molto e la città è vasta, perciò siamo costretti a lavorare dispersi sulle mura, lontano gli uni dagli altri.
14 Dovunque vi troviate, se sentirete suonare la tromba, radunatevi tutti intorno a me. Se ci sarà da combattere, il Signore ci aiuterà».
15 Così continuammo a lavorare, dalle prime luci dell'alba fino a notte, e metà degli uomini si teneva pronta con la spada in mano.
16 Per la notte avevo dato questi ordini: ogni gruppo, con il suo capo, doveva fermarsi a Gerusalemme in modo che tutti fossero organizzati sia per il lavoro durante il giorno sia per la guardia durante la notte.
17 Io stesso, i miei parenti, i miei servi e gli uomini della mia scorta abbiamo sempre passato la notte vestiti e con le armi a portata di mano.

CAPITOLO 5
PROBLEMI DI GIUSTIZIA SOCIALE
1 Ad un certo punto, cominciarono a moltiplicarsi tra gli Israeliti le lamentele di molti lavoratori e delle loro mogli.
2 Alcuni dicevano: «Le nostre famiglie sono molto numerose: dobbiamo procurarci il frumento necessario per vivere».
3 Altri dicevano: «Per avere un po' di frumento in questa carestia abbiamo dovuto ipotecare case, campi e vigne».
4 Altri ancora dicevano: «Per pagare le tasse abbiamo dovuto prendere denaro a prestito e impegnare i nostri campi e le nostre vigne».
5 Tutti dicevano: «Ci dovrebbe essere uguaglianza tra noi: i nostri figli valgono quanto i figli degli altri. Invece noi abbiamo dovuto consegnarli come schiavi: alcune delle nostre figlie sono già state date in schiavitù. Non possiamo fare diversamente perché campi e vigne sono già in mano ai nostri creditori».
6 Quando udii queste gravi lamentele, mi ribellai a una tale situazione
7 e decisi di intervenire. Rimproverai le autorità e i capi: «Voi imponete ai vostri fratelli pesi eccessivi!». Poi convocai contro di loro un'assemblea generale
8 e feci questa denunzia: «Prima, tutti noi abbiamo cercato con ogni mezzo disponibile di pagare il riscatto per i nostri fratelli che erano caduti in schiavitù di stranieri. Adesso, voi costringete i vostri fratelli a vendersi come schiavi ai loro connazionali». Essi rimasero senza parole.
9 Allora continuai:
- Quello che fate è intollerabile. Voi non avete timor di Dio: così gli stranieri nostri nemici avranno buoni motivi per non avere rispetto di noi.
10 Anch'io e i miei collaboratori abbiamo prestato denaro e frumento. Ebbene, è nostro dovere rinunziare a questi crediti.
11 Oggi stesso restituite campi, vigne, uliveti e case ai vecchi proprietari e rinunziate agli interessi sui prestiti di denaro, grano, vino e olio.
12 Essi accettarono la mia proposta e dichiararono:
- Restituiremo i beni ai loro proprietari e cancelleremo i debiti. Allora chiamai i sacerdoti e feci giurare ai creditori di mantenere la promessa.
13 Poi feci un gesto: svuotai la tasca del mantello e dissi:
- Dio scacci allo stesso modo dalla propria casa chi non manterrà questa promessa. Le lasci solo e senza niente.
Tutta l'assemblea approvò gridando:
- Amen! - e lodò il Signore.
Poi si comportò secondo l'impegno preso.

IL DISINTERESSE DI NEEMIA

14 Ero stato nominato governatore della Giudea nel ventesimo anno del regno di Artaserse e rimasi in carica fino al trentaduesimo. In tutti questi dodici anni io e i miei collaboratori rinunziammo al compenso che ci spettava.
15 Invece i governatori precedenti e i loro collaboratori avevano preteso vitto, vino e uno stipendio di quaranta monete d'argento a spese del popolo. Io mi comportai diversamente per onestà di fronte a Dio.
16 Mi dedicai totalmente alla ricostruzione delle mura e non approfittai della mia posizione per acquistare terreni. Anche i miei collaboratori si impegnarono tutti nei lavori.
17 Anzi, mantenni alla mia tavola, tra capi e gente comune, centocinquanta persone, oltre a quelli che venivano da noi come ospiti dai vicini territori stranieri.
18 Ogni giorno facevo cucinare a mie spese un bue, sette agnelli di qualità e molti polli. Ogni dieci giorni mi rifornivo di vino in quantità. Tuttavia non pretesi mai la paga di governatore: la gente era già gravata di troppi pesi.

19 «O mio Dio, tieni conto per il mio bene di quello che ho fatto per questo popolo».

CAPITOLO 6
NUOVI OSTACOLI DA PARTE DEGLI AVVERSARI
1 Sanballat, Tobia, Ghesem l'Arabo e gli altri nostri avversari seppero che noi avevamo terminato la riparazione delle mura. Tutte le brecce erano state riparate e mancavano solo i battenti alle porte.
2 Sanballat e Ghesem mi invitarono a una riunione a Chefirim, un villaggio nella valle di Ono. Era un tranello per farmi del male.
3 Io mandai loro questa risposta: «Sono ancora troppo impegnato e non posso muovermi. Non intendo abbandonare i lavori e farli interrompere solo per incontrarvi».
4 Per quattro volte mi invitarono e io diedi sempre la stessa risposta.
5 La quinta volta Sanballat mi mandò un messaggero: aveva una lettera non sigillata.
6 C'era scritto: «Tra le popolazioni non Israelite gira una voce che mi ha riferito Ghesem: si dice che tu e i tuoi connazionali state preparando una rivolta e proprio per questo avete ricostruito le mura. Inoltre si dice che tu vuoi diventare re della Giudea
7 e hai già convinto alcuni profeti: sono pronti a dare l'annunzio a Gerusalemme che tu sei il re della Giudea. La notizia arriverà certamente al re. E' meglio che noi ci incontriamo per parlare di tutto questo».
8 Io gli mandai a dire: «Non c'è niente di vero in quello che scrivi. E' tutta una tua invenzione».
9 Quella gente voleva impaurirei per farci interrompere i lavori. Ma io mi dissi: Andiamo avanti.
10 Un giorno andai a trovare Semaia figlio di Delaia, nipote di Meetabeel, che si era rinchiuso in casa. Egli mi disse:
- Nascondiamoci insieme nel tempio, dentro la sala centrale. Chiudiamo bene le porte: i nemici vogliono ucciderti, certamente di notte verranno.
11 Gli risposi:
- Un uomo come me non corre a nascondersi. Potrei forse entrare nel santuario e aver salva la vita? Non lo farò mai!
12 Ripensandoci, capii che questo consiglio non veniva da Dio: Sanballat e Tobia l'avevano pagato per questo!
13 Volevano che io, per paura, compissi quel gesto proibito. Così mi avrebbero disonorato e rovinato.
14 «O mio Dio, tieni conto di quel che hanno fatto Tobia, Sanballat e anche la profetessa Noadia e tutti gli altri profeti che volevano mettermi paura».

LA CONCLUSIONE DEI LAVORI
15 La ricostruzione delle mura fu completata il venticinque del mese di Elul, dopo cinquantadue giorni di lavoro.
16 Quando i nostri avversari e gli stranieri dei territori vicini se ne resero conto, dovettero arrendersi di fronte ai fatti e riconoscere che l'opera era giunta a buon fine per volontà del nostro Dio.
17 Ma anche in quei giorni ci fu un fitto scambio di lettere fra Tobia e i nostri capi.
18 Molti di loro erano imparentati con lui e stavano dalla sua parte. Tobia era il genero di Secania figlio di Arach e suo figlio Giovanni aveva sposato la figlia di Mesullam figlio di Berechia.
19 Davanti a me molti facevano grandi elogi di Tobia, ma poi andavano a riferirgli i miei progetti. Tobia continuava a mandarmi lettere per farmi paura.

CAPITOLO 7
MISURE DI PROTEZIONE PER LA CITTA
1 Quando le mura furono completate e le porte messe alloro posto, ripresero regolare servizio anche i portinai, i cantori e gli altri leviti.
2 Affidai l'amministrazione di Gerusalemme a mio fratello Canani e ad Anania capo della fortezza, uomo di fiducia che rispettava il Signore più di tutti.
3 Diedi loro questi ordini: «Le porte della città devono essere aperte dopo il sorger del sole, devono essere chiuse e sbarrate al tramonto, prima che i portinai si ritirino. Di notte devono entrare in servizio sentinelle scelte tra gli abitanti di Gerusalemme: una parte ai posti di guardia e gli altri nei dintorni della propria casa».

ELENCO DEGLI ABITANTI DELLA GIUDEA CHE ERANO TORNATI IN PATRIA
(vedi Esdra 2, 1-70)
4 Gerusalemme era una città molto grande ed estesa, ma la popolazione che vi abitava era scarsa e alcune case non erano state ricostruite.
5 Dio mi suggerì di fare un censimento. Radunai le autorità, i capi e il popolo e consultai l'elenco di quelli che erano rimpatriati per primi dall'esilio. Vi trovai questi dati:
6 «Molte persone originarie della Giudea appartenenti alle famiglie che il re di Babilonia Nabucodonosor aveva deportato erano ritornate dall'esilio. Ciascuno era tornato nella sua città: o a Gerusalemme o in altre località della Giudea.
7 I rimpatriati erano stati guidati da Zorobabele, Giosuè, Neemia, Azaria, Raamia, Nacamani, Mardocheo, Bilsan, Misperet, Bigvai, Necum e Baana.

ELENCO DEGLI ISRAELITI RIMPATRIATI
8 Discendenti di Pareos: 2172 persone,
9 Discendenti di Sefatia: 372,
10 Discendenti di Arach: 652,
11 Discendenti di Paat-Moab, cioè i
discendenti di Giosuè e di Ioab: 2818,
12 Discendenti di Elam: 1254,
13 Discendenti di Zattu: 845,
14 Discendenti di Zaccai: 760,
15 Discendenti di Binnui: 648,
16 Discendenti di Bebai: 628,
17 Discendenti di Azgad: 2322,
18 Discendenti di Adonikam: 667,
19 Discendenti di Bigvai: 2067,
20 Discendenti di Adin: 655,
21 Discendenti di Ater, cioè di Ezechia: 98,
22 Discendenti di Casum: 328,
23 Discendenti di Bezai: 324,
24 Discendenti di Carif: 112,
25 Discendenti di Gabaon: 95.
26 «Elenco dei rimpatriati di varie località:
Betlemme e Netofa: 188 uomini,
27 Anatot: 128,
28 Bet-Azmavet: 42,
29 Kiriat-Iearim, Chefira e Beerot: 743,
30 Rama e Gheba: 621,
31 Micmas: 122,
32 Betel e Ai: 123,
33 Nebo: 52,
34 Elam: 1254,
35 Carim:320,
36 Gerico: 345,
37 Lod, Cadid e Ono: 721,
38 Senaa: 3930.

39 «Elenco dei sacerdoti rimpatriati:
gruppo di Iedaia discendente da Giosuè: 973
uomini,
40 gruppo di Immer: 1052,
41 gruppo di Pascur: 1247,
42 gruppo di Carim: 1017.

43 «Elenco dei leviti rimpatriati:
gruppo di Kadmiel, Binnui e Odeva, discendenti di Giosuè: 74,

44 «Cantori:
Discendenti di Asaf: 148,

45 «Portinai:
Discendenti di Sallum, Ater, Talmon, Akkub, Catita e Sobai: 138.

46 «Addetti al tempio: erano cune persone delle famiglie di:
Zica, Casufa, Tabbaot,
47 Keros, Sia, Padon,
48 Lebana, Agaba, Salmai,
49 Canan, Ghiddel, Gacar,
50 Reaia, Rezin, Nekoda,
51 Gazzam, Uzza, Paseach,
52 Besai, Meunim, Nefisesim,
53 Bakbuk, Cakufa, Carcur,
54 Baslit, Mechida, Carsa,
55 Barkos, Sisara, Temach,
56 Neziach, Catifa.

57 «Discendenti dei «servi di Salomone»: erano rimpatriate alcune persone delle famiglie di:
Sotai, Soferet, Perida
58 Iaala, Darkon, Ghiddel,
59 Sefatia, Cattil, Pocheret-Azzebaim, Amon.
60 «In totale, gli addetti al tempio e i discendenti dei «servi di Salomone» rimpatriati erano stati 392 uomini.

61 «Alcuni rimpatriati, provenienti da Tel-Melach, Tel-Carsa, Cherub-Addon e Immer, non avevano potuto dimostrare di essere discendenti di Israeliti.
62 Comprendevano 642 uomini discendenti da Delaia, Tobia e Nekoda.

63 «Alcuni sacerdoti si erano trovati in una situazione simile. Erano i discendenti di Cobaia, di Akkos e di Barzillai. Quest'ultimo era stato chiamato così perché aveva preso il nome del suocero quando aveva sposato la figlia di un certo Barzillai del territorio di Galaad.
64 Essi avevano cercato i loro registri genealogici, ma inutilmente. Perciò erano stati esclusi dal sacerdozio.
65 Anche il governatore di quel tempo aveva confermato questa decisione: essi non potevano ricevere le offerte sacre, ma dovevano attendere che un sacerdote chiarisse la loro posizione per mezzo degli urim e tummim.
66 «Il numero totale dei rimpatriati era 42.360.
67 Inoltre vi erano: 7.337 tra servi e serve; 245 cantori tra uomini e donne.
68 I rimpatriati possedevano 435 cammelli e 6.720 asini.
69 Molti capi famiglia avevano fatto offerte volontarie per la ricostruzione del tempio. Il governatore aveva donato al santuario 6 chili d'oro, 50 vasi per le cerimonie, 30 vesti sacerdotali e 500 pezzi d'argento.
70 I capifamiglia avevano donato in totale 120 chili d'oro e oltre 12 quintali d'argento.
71 «Il resto del popolo aveva donato 120 chili d'oro, oltre 11 quintali d'argento e 67 vesti sacerdotali.
72 «Dall'elenco risultava che sacerdoti, leviti, cantori, portinai, addetti al tempio e gli altri rimpatriati si erano stabiliti ciascuno nella propria città. In tal modo tutti gli Israeliti erano ritornati nei luoghi d'origine».

LETTURA PUBBLICA DELLA LEGGE

CAPITOLO 8
Nel settimo mese tutti gli abitanti della Giudea partirono dalle loro città
1 e si radunarono tutti a Gerusalemme nella piazza davanti alla porta delle Acque. Esdra, esperto nella legge data agli Israeliti dal Signore, fu incaricato di portare il libro della legge di Mosè.
2 Il sacerdote Esdra lo portò davanti all'assemblea, composta di uomini, donne e bambini in grado di capire. Era il primo giorno del settimo mese.
3 Dall'alba fino a mezzogiorno Esdra lesse il libro davanti a quella folla nella piazza della porta delle Acque. Tutti ascoltavano con attenzione.
4 Esdra, l'esperto nella legge, stava su una pedana di legno costruita per l'occasione. Accanto a lui stavano, a destra: Mattitia, Sema, Anaia, Uria, Chelkia e Maaseia; a sinistra: Pedaia, Misael, Malchia, Casum, Casbaddana, Zaccaria e Mesullam.
5 Quando Esdra, che era ben visibile da tutti, apri il libro, il popolo si alzò in piedi.
6 Esdra lodò il Signore, il grande Dio, e tutti alzarono le mani e risposero: «Amen, Amen!». Si inchinarono fino a terra per adorare il Signore.
7 Poi si rialzarono e alcuni leviti spiegarono al popolo la legge. Erano: Giosuè, Bani, Serebia, Iamin, Akkub, Sabbetai, Odia, Maaseia, Kelita, Azaria, Iozabad, Canan e Pelaia.
8 I leviti leggevano alcuni brani della legge di Dio, li traducevano e li spiegavano per farli comprendere a tutti.
9 La gente sentì quel che la legge richiedeva e si mise a piangere. Allora intervennero il governatore Neemia, il sacerdote Esdra, esperto nella legge, e i leviti che davano le spiegazioni. Essi dissero al popolo: «Questo è un giorno santo, è il giorno del Signore vostro Dio, non dovete essere tristi e piangere».
10 Esdra aggiunse: «Dovete far festa, preparate un pranzo con buone carni e buon vino e mandate una porzione a chi non ne ha. Oggi è un giorno consacrato al Signore. Non dovete essere tristi, perché la gioia che viene dal Signore vi darà forza».
11 Anche i leviti incoraggiarono il popolo: «Non siate preoccupati: oggi è un giorno santo, non dovete essere tristi».
12 Tutti allora andarono a mangiare e condivisero quello che avevano. Fecero una grande festa perché avevano capito il senso delle parole ascoltate.
Esdra mostra il testo della legge


LA FESTA DELLE CAPANNE
13 Il giorno seguente i capifamiglia del popolo, insieme ai sacerdoti e ai leviti, si radunarono con Esdra, l'esperto della legge, per conoscere meglio gli insegnamenti
14 che Dio aveva dato al popolo per mezzo di Mosè. Nella legge trovarono scritto che gli Israeliti dovevano abitare in capanne durante la festa delle Capanne che si celebra nel settimo mese.
15 Secondo questa norma, bisognava diffondere a Gerusalemme e nelle altre località questo annunzio: «Andate sulle colline e procuratevi rami di pino, d'ulivo, di mirto, di palma e di altre piante ombrose, per costruire le capanne secondo le prescrizioni della legge».
16 La gente andò a procurarsi i rami. Poi ognuno costruì capanne dove preferiva: sui tetti a terrazza delle case, o negli orti o nei cortili del tempio o nelle piazze davanti alle porte delle Acque e di Efraim.
17 Tutti i rimpatriati si costruirono la loro capanna e andarono ad abitarvi per tutta la durata della festa. Era la prima volta che questo si faceva dai lontani tempi di Giosuè figlio di Nun. Fu un'occasione di grandissima gioia.
18 La festa durò sette giorni. Ogni giorno, dal primo all'ultimo, fu letto un brano della legge di Dio e l'ottavo giorno ci fu, a conclusione, una solenne assemblea come era prescritto.

CAPITOLO 9
L'ASSEMBLEA CHIEDE IL PERDONO DEI PECCATI
1-2 Il ventiquattro dello stesso mese tutti gli Israeliti si radunarono per un pubblico digiuno. Si isolarono da tutti gli stranieri; indossarono vestiti di tela di sacco e si sparsero
polvere sul capo. In questo modo riconobbero i loro peccati e quelli dei loro antenati.
3 Quando si furono radunati, per circa tre ore ascoltarono la lettura del libro della legge del Signore loro Dio. Per altre tre ore, chiesero perdono dei loro peccati e onorarono il Signore loro Dio.
4 Su una tribuna stavano i leviti: Giosuè, Bani, Kadmiel, Sebania, Bunni, Serebia, Bani e Kenani. Essi invocavano Dio a gran voce.
5 Alla fine i leviti, Giosuè, Kadmiel, Bani, Casabnia, Serebia, Odia, Sebania e Petachia invitarono tutti ad alzarsi e lodare il Signore loro Dio con queste parole:
«In ogni tempo sia lodato
il tuo nome glorioso.
La tua grandezza supera ogni lode
e ogni acclamazione.

LA SOLENNE PREGHIERA
6 «Tu, o Signore, sei l'unico Dio,
tu hai fatto i cieli,
il firmamento e le sue stelle,
la terra e tutti i suoi abitanti,
i mari e quanto contengono:
tu dai a tutti la vita
e le stelle del cielo s'inchinano a te.
7 Tu, o Signore Dio, hai chiamato Abram
da Ur nella terra dei Caldei
e gli hai dato un nome nuovo: Abramo.
8 Hai riconosciuto la sua fedeltà
e hai preso l'impegno
di dare alla sua discendenza
la terra dei Cananei,
degli Ittiti e degli Amorrei,
dei Perizziti, dei Gebusei e dei Gergesei.
Hai mantenuto la tua promessa
perché sei giusto.
9 Hai visto la miseria dei nostri padri
in Egitto.
Hai ascoltato il loro grido d'aiuto
sulla riva del mar Rosso.

10 Hai compiuto segni e prodigi
contro il faraone,
contro i suoi servi e tutto il popolo d'Egitto,
perché conoscevi la loro prepotenza
contro gli Israeliti.
Da quel giorno la tua fama
dura fino ad oggi.
11 Hai aperto il mare davanti agli Israeliti
ed essi sono passati in mezzo al mare
all'asciutto.
Hai gettato nel profondo delle acque
i loro inseguitori:
sono precipitati come un sasso negli abissi.
12 Di giorno eri davanti al tuo popolo
come una grande nube,
di notte come fuoco lucente,
che illuminava il loro cammino.
13 Sei disceso sul monte Sinai
e hai parlato loro dal cielo.
A essi hai dato comandamenti giusti,
insegnamenti saggi, leggi e regole buone.
14 Hai insegnato a rispettare il sabato,
il giorno a te consacrato.
Per mezzo di Mosè, tuo servo,
hai consegnato loro
comandamenti, insegnamenti e leggi.
15 Avevano fame: hai mandato pane dal cielo.
Avevano sete: hai fatto zampillare
acqua dalla roccia.
Li hai guidati al possesso della terra
che avevi giurato di donare a tutti loro.
16 Ma i nostri padri diventarono superbi,
ostinati e ribelli,
non ubbidirono ai tuoi comandamenti.
17 Dimenticarono le grandi cose
che tu avevi fatto per loro
e rifiutarono di ubbidirti.
Divennero ostinati e ribelli
e decisero di ritornare schiavi in Egitto.
Ma tu non li hai abbandonati:
tu sei un Dio che perdona,
un Dio buono e clemente, tu sei paziente,
sempre ben disposto e fedele.
18 Essi ti trattarono con grande disprezzo:
fecero la statua di un vitello,
e chiamarono quel vitello il loro Dio;
dissero che li aveva liberati dall'Egitto.
19 Ma tu, con infinita bontà,
non li hai abbandonati nel deserto,
non hai tolto la colonna di nubi
che indicava il cammino di giorno,
non hai tolto la colonna di fuoco
che illuminava il cammino di notte.
20 Invece hai dato loro il tuo spirito
e li hai resi capaci di capire,
hai continuato a sfamarli con la manna,
a dissetarli con l'acqua.
21 Per quarant'anni nel deserto
tu con premura li hai forniti di tutto:
i loro vestiti non si sono consumati,
nel viaggio i piedi non si sono gonfiati.
22 Hai fatto loro conquistare popoli e regni,
hai dato loro come territori di frontiera
la terra di Sicon, re di Chesbon
e la terra di Og, re di Basan.
23 Hai reso i loro discendenti numerosi
come le stelle del cielo.
Li hai condotti a possedere la terra
promessa ai loro antenati.
24 Essi giunsero alla terra di Canaan
e ne presero possesso.
Tu hai umiliato e messo nelle loro mani
i Cananei che abitavano là.
Gli Israeliti son diventati padroni
di regni e di popoli.
25 Son diventati padroni
di città fortificate e di fertili terre,
di case piene di ricchezze,
di pozzi già scavati,
di vigne, uliveti e grandi frutteti.
Hanno avuto da mangiare e da bere,
hanno goduto tutti i beni che hai loro donato.
26 Poi sono diventati ribelli,
ti hanno disubbidito,
hanno voltato le spalle
ai tuoi insegnamenti.
Hanno ucciso i profeti
che volevano ricondurli a te.
Ti hanno trattato con grande disprezzo.
27 Tu allora li hai abbandonati
in mano a nemici e oppressori.
Quando furono oppressi, gridarono a te.
Tu li hai ascoltati dal cielo
e, nel tuo amore infinito,
hai mandato liberatori
per strapparli dalle mani dei loro nemici.
28 Appena tornava la pace,
di nuovo andavano contro la tua volontà.
Tu li abbandonavi ancora nelle mani
dei nemici e oppressori;
essi nella loro miseria ricominciavano
a chiamarti.
Tu li udivi dal cielo e, ancora una volta,
li liberavi
perché la tua bontà è senza fine.
29 In mille maniere li hai richiamati
a essere fedeli ai tuoi insegnamenti:
sono sempre stati ribelli,
hanno disubbidito alla tua legge.
Non hanno osservato i tuoi comandamenti,
fonte di vita per chi li osserva.
Sono stati disubbidienti, ostinati e ribelli.
30 Per anni e anni hai avuto pazienza con loro
e li hai chiamati con il tuo spirito
per mezzo dei profeti.
Non hanno mai ascoltato!
Alla fine, li hai abbandonati
in potere di genti straniere.
31 Eppure, nel tuo amore infinito,
non li hai distrutti,
non li hai dimenticati del tutto,
perché tu sei un Dio buono e clemente.

32 O Dio nostro, grande, potente e terribile,
tu mantieni il tuo impegno con fedeltà.
Ora tieni conto di quanto abbiamo sofferto,
noi e i nostri padri,
i nostri re e i nostri capi,
i nostri sacerdoti e i nostri profeti,
dal giorno in cui ci ha vinti il re d'Assiria
e fino ad oggi.
33 In quel che ci è accaduto
tu sei stato giusto:
noi siamo colpevoli,
tu hai agito con fedeltà.
34 I nostri padri, i re, i sacerdoti e i capi
non hanno ubbidito alla tua legge,
non hanno tenuto conto
dei tuoi comandamenti,
non hanno ascoltato i tuoi richiami.
35 Proprio nella terra vasta e fertile
che avevi messo a loro disposizione,
proprio nel regno colmo dei tuoi beni
essi non ti hanno servito,
non hanno abbandonato
le loro azioni malvagie.
36 E così oggi siamo schiavi!
schiavi in quella terra
che tu avevi dato ai nostri padri
per goderne i ricchi raccolti.
37 Oggi i frutti di questa terra
vanno ad altri re,
noi siamo loro sottomessi
a causa dei nostri peccati.
Sono i nostri padroni:
dispongono a piacere del nostro bestiame
mentre noi viviamo in miseria».

CAPITOLO 10
IL POPOLO SI IMPEGNA A OSSERVARE LA LEGGE
1 Dopo questa preghiera abbiamo preso la decisione di essere fedeli a Dio. Abbiamo scritto i nostri impegni, e i capi, i leviti e i sacerdoti hanno firmato il documento.
2 Firmò per primo il governatore Neemia figlio di Acalia. Poi firmarono i sacerdoti: Sedecia,
3 Seraia, Azaria, Geremia,
4 Pascur, Amaria, Malchia,
5 Cattus, Sebania, Malluch,
6 Carim, Meremot, Abdia,
7 Daniele, Ghinneton, Baruch,
8 Mesullam, Abia, Miamin,
9 Maazia, Bilgai e Semaia.
10 Firmarono i leviti: Giosuè, figlio di Azania, Binnui dei figli di Chenadad, Kadmiel,
11 e i loro fratelli Sebania, Odia, Kelita, Pelaia, Canan,
12 Mica, Recob, Casaoia,
13 Zaccur, Serebia, Sebania,
14 Odia, Bani e Beninu.
15 Firmarono i capi del popolo: Pareos, Pacat-Moab, Elam, Zattu, Bani,
16 Bunni, Azgad, Bebai,
17 Adonia, Bigvai, Adin,
18 Ater, Ezechia, Azzur,
19 Odia, Casum, Bezai,
20 Carif, Anatot, Nebai,
21 Magpias, Mesullam, Chezir,
22 Mesezabeel, Zadok, Iaddua,
23 Pelatia, Canan, Anaia,
24 Osea, Anania, Cassub,
25 AIloches, Pilca, Sobek,
26 Recum, Casabna, Maaseia,
27 Achia, Canan, Anan,
28 Malluch, Carim e Baana.
29 Aderirono all'impegno gli altri sacerdoti, leviti, portinai, cantori, addetti al tempio e il resto del popolo: tutti quelli che si erano separati dalle altre popolazioni del paese per seguire la legge di Dio, comprese le donne, i ragazzi e le ragazze in età di comprendere.
30 Tutti seguirono l'esempio dei loro fratelli più autorevoli e fecero questo giuramento sotto pena di maledizione: «Seguiremo la legge che Dio ci ha dato per mezzo di Mosè suo servitore, la rispetteremo e metteremo in pratica tutti i comandamenti, le leggi e le prescrizioni del Signore nostro Dio.
31 «Non faremo nessun matrimonio con la gente che abitava qui prima di noi.
32 «In giorno di sabato e negli altri giorni di festa non compreremo né grano né altre merci che mercanti non Israeliti mettono in vendita. «Ogni sette anni sospenderemo la coltivazione della terra e cancelleremo ogni debito.
33 «Ci obblighiamo per legge a versare, ciascuno ogni anno, una piccola moneta d'argento per il mantenimento del tempio.
34 Questo contributo servirà per l'offerta dei pani, per i vari sacrifici quotidiani, per quelli del sabato, dell'inizio del mese e delle feste, per le altre offerte sacre, per i sacrifici fatti per ricevere il perdono dei peccati del popolo e per le altre spese del tempio.
35 «Noi, sacerdoti, leviti e popolo, stabiliremo per sorteggio i periodi in cui ogni anno i vari gruppi di famiglie forniranno al tempio la legna per bruciare i sacrifici sull'altare del Signore nostro Dio, come è prescritto nella legge.
36 «Ogni anno offriremo al tempio i primi prodotti dei campi e i primi frutti delle piante.
37 «Presenteremo ai sacerdoti, che prestano servizio nel tempio del nostro Dio, i nostri primogeniti e anche i primi nati del nostro bestiame, delle nostre vacche e delle nostre pecore, come prescrive la legge.
38 «Per i sacerdoti porteremo nei magazzini del tempio la nostra migliore farina e parte dei nostri raccolti di frutta, vino nuovo e olio; per i leviti daremo la decima parte dei prodotti delle nostre terre. I leviti stessi la preleveranno in tutte le località dove lavoriamo.
39 Un sacerdote discendente di Aronne accompagnerà i leviti durante il prelievo. I leviti deporranno la decima parte di quanto avranno raccolto dentro i magazzini del tesoro, nel tempio del nostro Dio.
40 Là leviti e Israeliti custodiranno i contributi di grano, vino nuovo e olio. Nel tesoro si conserveranno tutti gli oggetti sacri e presso di esso risiederanno i sacerdoti che servono nel tempio, i portinai e i cantori. «Noi avremo sempre cura del tempio del nostro Dio».

ALTRE RIFORME DI NEEMIA

CAPITOLO 11

ELENCO DEGLI ABITANTI DI GERUSALEMME

1 I capi del popolo si stabilirono a Gerusalemme; gli altri Israeliti tirarono a sorte una famiglia su dieci e la mandarono ad abitare a Gerusalemme, la città santa, mentre le altre nove si stabilirono in altre località.
2 Tutto il popolo benedisse quelli che spontaneamente avevano deciso di abitare a Gerusalemme.
3 Gli altri Israeliti, compresi sacerdoti, leviti, addetti al tempio e discendenti dei servi di Salomone, andarono ad abitare nelle località del territorio della Giudea dove ciascuno aveva le sue proprietà. Abitarono invece a Gerusalemme i capi della provincia
4 e alcuni Israeliti delle tribù di Giuda e Beniamino. Della tribù di Giuda: Ataia discendente di Uzzia, Zaccaria, Amaria, Sefatia, Macalaleel del gruppo di Perez;
5 Maaseia discendente di Baruch, Col-Coze, Cazaia, Adaia, Ioiarib, Zaccaria e del Silonita.
6 Totale dei discendenti di Perez abitanti a Gerusalemme: 468 uomini.
7 Della tribù di Beniamino:
Sallu discendente di Mesullam, Ioed, Pedaia, Kolaia, Maaseia, Itiel e Isaia.
8 Oltre a lui, Gabbaie Sallai. Totale dei Beniaminiti: 928.
9 Il loro capo era Gioele figlio di Zicri, mentre Giuda figlio di Assenua era aiutante del capo della città.
10 Sacerdoti:
Iedaia figlio di Ioarib e nipote di Iachin
11 Seraia, capo del tempio, discendente di Chelkia, Mesullam, Zadok, Meraiot e Achitub.
12 Prestavano servizio nel tempio 822 loro parenti;
Adaia discendente di Ierocam, Pelalia, Amsi, Zaccaria, Pascur e Malachia
13 con 242 capi-famiglia suoi parenti. Amasai, discendente di Azareel, Aozai, Mesillemot e Immer
14 con 128 suoi parenti, che erano soldati comandati da Zabdiel figlio di Ghedolim.
15 Leviti:
Semaia discendente di Cassub, Azrikam, Casabia e Bunni.
16 Sabbetai e Iozabad, due capi dei leviti, incaricati del servizio all'esterno del tempio.
17 Mattania, che aveva l'incarico di intonare la preghiera di lode, discendente di Mica, Zabdi e Asaf.
Bakbukia suo parente e aiutante. Abda discendente di Sammua, Galal e Ieditun.
18 Totale dei leviti abitanti nella città santa: 284.
19 Portinai:
Akkub, Talmon e i loro parenti. Totale: 172.
20 Il resto del popolo d'Israele, dei sacerdoti e dei leviti viveva nelle sue proprietà nelle località della Giudea.
21 Gli addetti al tempio vivevano nel quartiere di Gerusalemme chiamato Ofel. I loro capi erano Zica e Ghispa.
22 Il capo dei leviti residenti a Gerusalemme era Uzzi, del gruppo dei discendenti di Asaf che avevano l'incarico di cantori del tempio. Uzzi era discendente di Bani, Casabia, Mattania e Mica.
23 I cantori erano sottomessi a un regolamento del re e a norme fisse per il loro servizio quotidiano.
24 Petachia - figlio di Mesezabeel, dei discendenti di Zerach, della tribù di Giuda - era il rappresentante del popolo alla corte del re di Persia.

GLI ABITANTI NELLE ALTRE LOCALITÀ
25 Gli appartenenti alla tribù di Giuda, che vivevano nelle loro proprietà di campagna, abitavano nelle seguenti località: Kiriat-Arba, Dibon e Iekabzeel e villaggi circostanti;
26 Iesua, Molada, Bet-Pelet,
27 Cazar-Sual; Bersabea e villaggi circostanti;
28 Ziklag; Mecona e villaggi circostanti;
29 Eri-Rimmon, Zorea, Iarmut,
30 Zanoach, Addullam, Lakis e Azeka e villaggi circostanti. Essi erano insediati nella zona che va da Bersabea, a sud, fino alla valle di Innom presso Gerusalemme.
31 Gli appartenenti alla tribù di Beniamino abitavano a Gheba, Micmas, Aiia, Betei e villaggi circostanti;
32 Anatot, Nob, Anania,
33 Azor, Rama, Ghittaim,
34 Cadid, Zeboim, Nebailat,
35 Lod, Ono e nella valle degli Afligiani.
36 Alcuni leviti si trasferirono dalle località della tribù di Giuda a quelle di Beniamino.

CAPITOLO 12
ELENCO DEI SACERDOTI E DEI LEVITI
1 Elenco dei sacerdoti e dei leviti che tornarono a Gerusalemme dall'esilio con Zorobabele, figlio di Sealtici, e con Giosuè:
Sacerdoti:
Seraia, Geremia, Esdra,
2 Amaria, Malluch, Cattus,
3 Secania, Recum, Meremot,
4 Iddo, Ghinneton, Abia,
5 Miamin, Maadia, Bilga,
6 Semaia, Ioiarib, Iedaia,
7 Sallu, Amok, Chelkia, Iedaia. Questi erano i capi delle famiglie sacerdotali al tempo di Giosuè.
Leviti:
8 Giosuè, Binnui, Kadmiel, Giuda, Mattania:
quest'ultimo e i suoi parenti erano incaricati di intonare i canti di lode.
9 Bakbukia e Unni si alternavano con loro.

DISCENDENTI DEL SOMMO SACERDOTE GIOSUE'

10 Giosuè fu padre di Ioiachim, Ioiachim di Eliasib, Eliasib di Ioiada,
11 Ioiada di Gionata e Gionata di Iaddua.

ELENCO DELLE FAMIGLIE SACERDOTALI
12 Al tempo di Ioiachim le famiglie sacerdotali, con il loro capofamiglia, erano le seguenti:
famiglia di Seraia: Meraia
famiglia di Geremia: Anania
13 famiglia di Esdra: Mesullam
famiglia di Amaria: Giovanni
14 famiglia di Malluk: Gionata
famiglia di Sebania: Giuseppe
15 famiglia di Carim: Adna
famiglia di Meraiot: Chelkai
16 famiglia di Iddo: Zaccaria
famiglia di Ghinneton: Mesullam
17 famiglia di Abia: Zicri
famiglia di Miniamin:
famiglia di Moadia: Piltai
18 famiglia di Bilga: Sammua
famiglia di Semaia: Gionata
19 famiglia di Ioiarib: Mattenai
famiglia di Iedaia: Uzzi
20 famiglia di Sallu: Kallai
famiglia di Amok: Eber
21 famiglia di Chelkia: Casabia
famiglia di Iedaia: Netaneel.

REGISTRAZIONE DELLE FAMIGLIE DEI SACERDOTI E DEI LEVITI
22 I nomi dei capi delle famiglie levitiche furono registrati al tempo dei sommi sacerdoti Eliasib, Ioiada, Giovanni e Iaddua. La registrazione delle famiglie dei sacerdoti continuò fino al tempo di Dario re di Persia.
23 I nomi dei capifamiglia dei leviti si trovano scritti nei libri delle Cronache fino al tempo del sacerdote Giovanni nipote di Eliasib.

GLI INCARICHI PER IL SERVIZIO DEL TEMPIO
24 I capi dei leviti, Casabia, Serebia e Giosuè figlio di Kadmiel, cantavano le lodi del Signore con altri leviti loro parenti a cori alterni, come aveva stabilito Davide, uomo di Dio.
25 I leviti Mattania, Bakbukia, Abdia, Mesullam, Talnion e Akkub erano portinai e custodivano i magazzini situati presso le porte del tempio.
26 Tutti questi vissero al tempo del sacerdote Ioiachim figlio di Giosuè e nipote di Iozadak, del governatore Neemia e di Esdra sacerdote ed esperto nella legge.

L'INAUGURAZIONE DELLE MURA
27 Quando fu completata la ricostruzione delle mura di Gerusalemme furono convocati in città per l'inaugurazione tutti i leviti dai loro luoghi di residenza. Si doveva fare una celebrazione gioiosa, con canti di ringraziamento e musiche di cembali, arpe e cetre.
28 Arrivarono i cantori dai dintorni di Gerusalemme: dai villaggi di Netofa,
29 da Bet-Galgala e dalle campagne di Gheba e di Azmavet. Tutti i cantori, infatti, si erano stabiliti in zone vicine a Gerusalemme.
30 I sacerdoti e i leviti compirono i riti di purificazione per se stessi, per il popolo, per le mura e le porte.
31 Io feci salire le autorità della Giudea sulle mura e divisi i partecipanti in due grandi cori. Il primo coro si mosse verso destra, sull'alto delle mura, in direzione della porta del Letame.
32 Dietro i cantori c'era Osea, seguito da metà delle autorità.
33 C'erano Azaria, Esdra, Mesullam,
34 Giuda, Beniamino, Semaia e Geremia.
35 Poi venivano i sacerdoti con le trombe; dopo di loro Zaccaria discendente di Gionata, Semaia, Mattania, Michea, Zaccur e Asaf
36 e i suoi parenti: Semaia, Azareel, Milalai, Ghilalai, Maai, Netaneel, Giuda e Canani con gli strumenti musicali voluti da Davide, uomo di Dio. Guidava questo primo coro Esdra l'esperto nella legge.
37 Quando il coro giunse alla porta della Sorgente, di fronte alla salita che va alla Città di Davide, procedette in quella direzione sull'alto delle mura, oltrepassò il palazzo di Davide e giunse alla porta delle Acque, a est.
38 Il secondo coro andò invece verso sinistra e io lo seguivo insieme all'altra metà delle autorità del popolo. Camminando sulle mura sorpassò la torre dei Forni e il muro largo.
39 Passò per la porta di Efraim, la porta Vecchia, la porta dei Pesci, la torre di Cananeel, la torre dei Cento e la porta delle Pecore e si fermò alla porta della Prigione
40 I due cori si fermarono al tempio. Anch'io mi fermai con le autorità che erano con me.
41 C'erano i sacerdoti Eliakim, Maaseia, Miniamin, Michea, Elioenai, Zaccaria e Anania con le trombe
42 e inoltre Maaseia, Semaia, Eleazaro, Uzzi, Giovanni, Malchia, Elam ed Ezer. I cantori diretti da Izrachia intonarono i loro canti.
43 In quel giorno furono offerti numerosi sacrifici e si fece una grande festa. Dio aveva dato a tutti molta felicità. Le donne e i bambini gridavano di gioia e le voci della festa, celebrata a Gerusalemme, furono udite a grande distanza.

PORTINAI E CANTORI AL SERVIZIO DEL TEMPIO
43 Quel giorno alcune persone furono incaricate dei magazzini dove si conservavano i primi frutti e la decima parte dei raccolti offerti come contributi per il tempio. Essi prelevavano nelle campagne attorno alla città la parte dovuta ai sacerdoti e ai leviti secondo la legge. Gli abitanti della Giudea erano tutti molto soddisfatti che sacerdoti e leviti prestassero il loro servizio.
44 Questi, da parte loro, compivano fedelmente il servizio del Signore e i riti di purificazione. Anche i cantori e i portinai si comportavano secondo le norme date da Davide e da suo figlio Salomone.
45 Infatti, già dai lontani tempi di Davide e di Asaf, i cantori erano stati organizzati con i loro direttori e cantavano preghiere e lodi a Dio.
46 Come al tempo di Zorobabele, anche in quello di Neemia, tutti gli Israeliti provvedevano al sostentamento quotidiano dei portinai e dei cantori. Ai leviti essi davano l'offerta prescritta e questi consegnavano ai sacerdoti discendenti da Aronne la parte loro dovuta.

CAPITOLO 13

NEEMIA PORTA A TERMINE LE SUE RIFORME

1 Quando fu letto pubblicamente il libro della legge di Mosè, si trovò scritto che gli Ammoniti e i Moabiti non a vrebbero mai dovuto far parte del popolo di Dio.
2 La ragione era che questi popoli, un tempo, non avevano aiutato gli Israeliti bisognosi di acqua e di cibo. I Moabiti, inoltre, avevano pagato Balaam perché maledicesse gli Israeliti, anche se poi Dio aveva cambiato la maledizione in benedizione.
3 Quando udirono questa legge gli Israeliti decisero di escludere ogni straniero dalla comunità.
45 Poco tempo prima il sacerdote Eliasib, custode dei magazzini del tempio, aveva concesso in uso una grande stanza a Tobia perché era suo parente. Prima ancora, in questa stanza si custodivano le offerte, l'incenso, gli oggetti sacri, insieme alle decime del grano, del vino nuovo e dell'olio dovute, secondo la legge, ai leviti, ai portinai, ai cantori e, in parte, ai sacerdoti.
6 La stanza era stata data a Tobia mentre io ero assente da Gerusalemme. Infatti nel trentaduesimo anno del regno di Artaserse re di Babilonia, io ero ritornato presso di lui. Ma, dopo un po' di tempo ottenni nuovamente il permesso
7 di venire a Gerusalemme. Solo allora seppi che Eliasib aveva concesso a Tobia una stanza che dava sul cortile del Tempio. Disapprovai questo fatto
8 e fui così contrariato che feci buttar fuori da quella stanza tutta la roba di Tobia e
9 purificare il locale. Vi depositai di nuovo gli oggetti sacri del tempio, le offerte e l'incenso.
10 Seppi anche che non veniva più versato il contributo per i leviti: per vivere, ognuno di loro era dovuto tornare a lavorare i suoi campi. Lo stesso era accaduto ai cantori.
11 Rimproverai aspramente le autorità perché avevano trascurato i doveri verso il tempio. Poi mandai a chiamare leviti e cantori e li rimisi nelle loro funzioni.
12 Tutti gli abitanti della Giudea ricominciarono a portare nei magazzini del tempio la decima parte dei raccolti di grano, vino nuovo e olio.
13 Nominai come sorveglianti ai magazzini il sacerdote Selemia, il segretario Zadok e il levita Pedaia, aiutati da Canan figlio di Zaccur e nipote di Mattania. Erano ritenuti persone oneste e li incaricai di distribuire le offerte agli altri leviti e sacerdoti.

14 «O mio Dio, ricordati di me e non dimenticare tutto quel che ho fatto per il tempio e per il culto!».

15 In quel tempo mi accorsi anche di altri fatti: alcuni, in Giudea, pigiavano l'uva in giorno di sabato; altri, sempre in giorno di sabato, trasportavano a dorso d'asino grano, vino, uva, fichi e altra merce fino a Gerusalemme. Io li avvertii che non era il giorno per vendere e comprare.
16 Anche gente di Tiro, che abitava a Gerusalemme, si procurava pesce e altre merci per venderle in giorno di sabato agli abitanti della città e della Giudea.
17 Intervenni presso le autorità della Giudea e dissi loro: «Vi rendete conto del male che fate? Voi non rispettate il carattere sacro del sabato.
18 Anche i vostri padri hanno agito così, ma Dio ha fatto venire su di noi e la nostra città tutti i mali che ben ricordate. Se non rispettate il sabato voi attirate castighi sugli Israeliti».
19 Diedi l'ordine di chiudere le porte di Gerusalemme al tramonto prima del sabato e di non riaprirle fino alla sera successiva. Inoltre misi di guardia alcuni miei collaboratori perché non entrasse in città nessun carico in giorno di sabato.
20 Per uno o due sabati alcuni mercanti, con le loro merci di ogni genere, passarono la notte fuori della città.
21 Ma diedi loro questo avviso: «Se passate ancora la notte sotto le mura della città, vi farò arrestare». Da allora, di sabato, non vennero più mercanti.
22 Poi ordinai ai leviti di purificarsi e di mettersi di guardia alle porte per far rispettare il sabato.

«O mio Dio, ricordati anche di questo e, nella tua bontà infinita, trattami con benevolenza».

23 In quel periodo venni anche a sapere che alcuni avevano sposato donne ammonite, moabite e della città di Asdod.
24 Metà dei loro figli parlava la lingua di Asdod, altri usavano lingue di popoli diversi, ma nessuno sapeva la nostra.
25 Io reagii duramente: minacciai maledizioni, ne picchiai qualcuno e gli strappai perfino i capelli. Poi li feci giurare in nome di Dio che non avrebbero mai più combinato matrimoni con gente di quelle popolazioni.
26 Dissi loro: «Non sapete che per questa strada anche Salomone, re d'Israele, finì per peccare? Eppure non c'era un re come lui in tutti i popoli. Dio lo aveva amato e lo aveva fatto re di tutto Israele. Ma le donne straniere portarono lontano da Dio anche lui.
27 Non voglio più sentire una cosa simile: qualcuno di noi che tradisce il nostro Dio al punto di prendere in moglie una straniera!».
28 Uno dei figli di Ioiada, figlio del sommo sacerdote Eliasib, aveva sposato una figlia di Sanballat il Coronita e, per questo, io lo mandai via.

29 «O mio Dio, non dimenticare il disonore che simili persone hanno gettato sul sacerdozio e sulla tua alleanza con sacerdoti e leviti».

30 Io eliminai ogni influsso straniero. Fissai i compiti dei sacerdoti e dei leviti e i doveri di ciascuno.
31 Ristabilii le offerte periodiche di legname e dei primi frutti.

«O mio Dio, ricordati di me e proteggimi».
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